vuoto creativo
Ogni giorno di apertura dal 01 luglio al 31 ottobre, Rione San Nicolò ospiterà le installazioni artistiche de “Il vuoto creativo”, a cura di Serendippo Aps.
“Il vuoto creativo” è un progetto che risponde alle sfide della rigenerazione urbana attraverso l’arte, l’architettura e la partecipazione attiva.
Intervenendo nella chiesa di San Nicolò, l’iniziativa intende restituire al luogo la sua identità in trasformazione, facendo emergere il valore creativo del vuoto e favorendo una rigenerazione urbana che guarda al futuro con una prospettiva condivisa e sostenibile.
Obiettivi
Rigenerazione dello spazio
trasformare la chiesa di San Nicolò in un laboratorio temporaneo in cui l’intervento artistico dialoga con la struttura esistente, valorizzandone le potenzialità.
Sperimentazione creativa
promuovere pratiche artistiche innovative che integrano installazioni, new media, performance e fotografia, rispecchiando il carattere fluido e in divenire del sito.
Partecipazione e collaborazione
coinvolgere giovani artisti emergenti da tutta Europa in una rete interdisciplinare, favorendo lo scambio di idee e competenze, e creando un ponte tra arte, architettura e comunità locale.
Impatto sostenibile
generare un modello di intervento replicabile, capace di trasformare spazi abbandonati in poli di creatività e rigenerazione urbana, contribuendo al rinnovamento del tessuto cittadino.
Creazioni artistiche
Ricochets
Pietre fluviali, immagini in collodio e pittura per una memoria viva della
Chiesa di San Nicolò
Artisti: Lou Nugues e Elena Menini
Concetti chiave
- Memoria e metamorfosi: le pietre raccontano la storia della Bologna fluviale, evocando la sua matrice originaria e la memoria visiva dell’antica chiesa.
- Resilienza e impermanenza: la chiesa come spazio aperto e in divenire.
- Interazione partecipativa: ogni visitatore contribuisce alla costruzione collettiva e al racconto comune
“Ricochets” diventa simbolo di uno spazio generativo, dove il vuoto si fa materia di racconto e trasformazione condivisa, e la Bologna delle Acque riaffiora come matrice primigenia e poetica.
Uscita di emergenza
Artista: Guglielmo Onofri
Attraverso una cianotipia su lastra di vetro retroilluminata, Guglielmo Onofri trasforma un elemento naturale e archetipico – la luna – in un faro di contemplazione. In “Uscita di emergenza”, la Luna diventa un simbolo di connessione tra il quotidiano e il sublime, evocando il bisogno umano di trovare rifugio e orientamento anche nei contesti più ordinari. Collocata in prossimità dei bagni della struttura, l’opera crea un cortocircuito visivo e concettuale tra lo spazio funzionale e il desiderio di elevazione: tra la terra e il cielo, tra il necessario e il misterioso. “Uscita di emergenza” interpreta il spazio non solo come luogo fisico, ma anche come condizione esistenziale: un varco verso l’altrove, un invito alla riflessione anche nei luoghi più inattesi. La sua presenza nel progetto valorizza il Vuoto Creativo come esperienza di rigenerazione attraverso un’arte capace di dialogare con la quotidianità e di elevarla a simbolo condiviso.
Concetti chiave
- Dualismo: Terra e cielo, necessità e desiderio, funzionalità e contemplazione.
Luce e tenebre: Il vetro retroilluminato trasforma la cianotipia in un faro simbolico.
Riscoperta: La Luna come simbolo dato per scontato eppure portatore di meraviglia e mistero.
Tesseract
Aristista: SATOЯ
“Tesseract” rappresenta l’aumento incessante del traffico automatizzato – bot, scraper, AI – su internet. Un cubo di 50x50x50 cm formato da sei pannelli ledwall crea l’effetto di un campo di neuroni artificiali in movimento. L’opera riflette sui flussi crescenti di dati e impulsi digitali e si integra nel contesto della Chiesa di San Nicolò, luogo incompiuto e in rigenerazione. Qui il vuoto diventa spazio creativo e di dialogo tra arte, architettura e cittadinanza.
Kore precipita
Artista: Greta Affanni
Performance site-specific e installazione. In “Kore precipita”, Greta Affanni riflette sulla figura ambivalente di Persefone-Kore, eterna bambina e dea infernale, come metafora della tensione tra nostalgia e perdita. L’opera, sviluppata in dialogo con il contesto archeologico e ora adattata alla Chiesa di San Nicolò, esplora il tema della morte della convivialità e del difficile passaggio alla vita adulta, attraverso un gesto performativo che interagisce con proiezioni video e installazioni site-specific.
Elementi dell’installazione
- Proiezione video che mostra una cena in un Borgo scomparso, popolato da presenze vive e morte.
- Tavolo da sagra disposto in direzione opposta rispetto alla proiezione, con tovaglia coordinata e un calice di vino inaccessibile, eco del video.
- Azione performativa dal vivo che interagisce con la proiezione e con il bicchiere, suggerendo un dialogo interrotto tra presente e memoria.
- L’atmosfera è ispirata all’immaginario cinematografico di Tarkovskij, depotenziato del suo movimento e immerso nell’inquietudine del presente.
Nossa Senhora Das coisas impossíveis que procuramos em vão
Artista: Vantees
Vantees presenta “Nossa Senhora Das coisas impossíveis que procuramos em vão”, un’installazione site-specific composta da sagome leggere ritagliate in polistirene estruso e sospese dall’alto. Le figure riproducono fotografie di persone reali scattate a Bologna, colte mentre attraversano lo spazio urbano. Il lavoro dialoga con il vuoto e con le architetture incomplete, riscrivendo lo spazio attraverso un coro silenzioso di attese e invocazioni. Le figure, ispirate alla poesia di Fernando Pessoa, evocano presenze senza volto e senza peso, fluttuanti tra cielo e terra. In questo scenario, le sagome sospese diventano metafora di un confine fragile tra il visibile e l’invisibile, tra il gesto umano e il respiro dell’infinito.